Narcos, producer della serie massacrato in Messico
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È sconosciuto il motivo alla base dell’uccisione di Carlos Muñoz Portal, assistente di produzione di 37 anni di Narcos.
Carlos, stando al Corriere della Sera, cercava e fotografava luoghi adatti a girare la celebre serie Netflix, incentrata sulla dilagante diffusione della cocaina tra Stati Uniti ed Europa negli anni ottanta. La quarta stagione sarà ambientata proprio in Messico, incentrata sull'origine del cartello di Juárez e il Signore dei Cieli, Amado Carrillo Fuentes, uno tra i più noti trafficanti.

Negli ultimi 5 anni di narco-guerra messicana ci sono state oltre 104mila vittime, di cui molti erano poveri sventurati che si trovavano nel posto e momento sbagliato.
Si teorizza sia stato il caso anche di Muñoz Portal, quasi come se realtà e finzione si fossero incontrati a San Bartolomé Actopan, nello stato del Messico, al confine con Hidalgo. L’uomo era in cerca di materiale utile per il programma spostandosi in auto. Netflix copriva le spese di viaggio dell’addetto ai lavori, già collaboratore di film di successo, fra cui Men on fire con Denzel Washington, Apocalypto di Mel Gibson, Spectre con Daniel Craig, Sicario e Fast & Furious. Non è ancora chiaro però se la visita dell’assistente di produzione in quel luogo fosse dovuta alla sua professione.

Il corpo di Carlos è stato ritrovato senza vita in un’auto, crivellato di molte pallottole e con dei resti di cactus. Gli inquirenti pensano ci sia stato un inseguimento, magari dovuto al fatto di aver fotografato qualche edificio senza pensare di poter causare una reazione violenta.
L’alternativa potrebbe essere che il malcapitato Portal fosse stato testimone scomodo di un evento criminale oppure ancora il massacro potrebbe essere considerato una sorta di monito. Insomma, le ipotesi si sprecano per la morte del producer, avvenuta in una fra le peggiori zone del Messico dove, solo nel mese di luglio, sono avvenuti 182 omicidi. Analizzando poi il periodo fra il 2012 e il 2017 il conto delle vittime sale a oltre 12mila.

Concentrandosi poi in luoghi prettamente turistici come la Baja California, pochi giorni fa sono stati rinvenuti ben 100 chili di ossa di persone fatte sparire.
Perfino Acapulco è teatro di continui spargimenti di sangue fra gang. Dopo l’estradizione negli Stati Uniti di El Chapo, signore della droga messicano, la lotta per il dominio sul territorio si è fatta serratissima, coi piccoli boss che aspirano a diventare subito padrini, facendosi strada a colpi di Kalashnikov.
Insomma, il povero Carlos nel suo sopralluogo, si è ritrovato in mezzo ad una sanguinosa faida, pagando il prezzo più alto possibile.
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