La storia della donna che vuole tornare ufficialmente a vivere

Una 53enne di nome Juana Escudero è viva e in salute, ma i burocrati non la pensano allo stesso modo. Sembra infatti, stando a Oddity Central, che da circa 7 anni la povera Juana sia in lotta per dimostrare di essere ancora in vita. Il motivo? Per un errore amministrativo la “sciura spagnola” risulta deceduta ormai da tempo e, di conseguenza, è impossibilitata a sbrigare alcune piccole formalità, quali ad esempio il rinnovo della patente o semplicemente vedersi assegnata una ricetta dal dottore.
La donna è talmente disperata da aver deciso di scavare nella propria tomba per provare di non essere stata sepolta lì. Tutto, come abbiamo già anticipato, è successo 7 anni fa, quando morì una donna con lo stesso nome e cognome di Juana, residente a Malaga. I dati di Escudero sono stati cancellati dal database dei servizi sociali e, da allora, la donna viene considerata morta dal governo. Inizialmente è stato divertente sia per lei che per la sua famiglia, ma la cosa si è prolungata e tutti hanno smesso di ridere.

Juana racconta così la scoperta della cancellazione dei suoi dati:
Quando il mio dottore ha inserito il mio nome nel computer, ha provveduto a curarmi comunque perché mi conosceva, ma mi ha anche comunicato che, stando ai servizi sociali, ero morta.
Pensando si trattasse di un semplice errore del computer a cui porre rimedio, Juana Escudero ha fatto visita ai servizi sociali per spiegare la situazione. La donna ha purtroppo constatato che la faccenda era molto più complicata di quanto credesse. Risultava morta in tutti i database di ogni ente: al dipartimento del tesoro, al palazzo di giustizia, ovunque. In più risultava sepolta in un cimitero a Malaga.

La sua presunta morte le ha provocato una serie di problemi anche abbastanza gravi, oltre al rinnovo della patente e simili. Nel 2011 ad esempio, il suo stato di decesso non le ha permesso di ricevere la somma di denaro prevista per la condizione di vedova. Al dipartimento del tesoro le hanno addirittura detto di rischiare un’accusa di furto d’identità.
La beffa più grande è arrivata quando, dopo aver contattato le autorità di Malaga, ha avuto un’ulteriore sorpresa:
Quel giorno abbiamo chiamato il Concilio della città di Malaga e ci hanno riferito che, siccome mia madre morta era stata seppellita al cimitero ma non erano state pagate tutte le tasse per la sua permanenza lì, le autorità avrebbero provveduto a spostarla in un ossario. Eravamo tutti stupiti dalla notizia, considerando che mia madre era davanti a me in quel momento e mi stava parlando.

Per risolvere la situazione Juana ha deciso di ricorrere al confronto del suo DNA con quello del cadavere sepolto a Malaga. Ha fatto richiesta ma non ha ancora ricevuto risposta.
Ironia della sorte, sebbene la donna fosse morta per il governo, le banche in questi 7 anni hanno continuato a inviare notifiche di pagamento. Al riguardo la donna avrebbe detto, ridacchiando:
Per i computer del governo sono morta, ma per le banche sono ancora viva e vegeta.
Speriamo soltanto che la richiesta della povera Juana venga accolta e possa “tornare ufficialmente a vivere”.
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